Ancora una volta mi trovo a recensire con molto piacere, una serie di racconti scritti dalla grande Matilde Serao, dopo avervi parlato di quelli che potete leggere in questo post.
Queste Leggende napoletane, pubblicate dalla casa editrice Artetetra, raccolgono infatti molti dei miti e dei racconti leggendari legati alla città di Napoli, un patrimonio folkloristico secolare.
Il libro contiene quindici brevi storie che parlano soprattutto di amore romantico, sofferto, contrastato, ostacolato, reso eterno dal grande senso drammatico dell'autrice.
Non conoscete la storiella dei quattro fratelli ? Io ve la narrerò.
Una volta, allora, nel tempo dei tempi, v'erano quattro fratelli che s'amavano di cordialissimo amore e non si staccavano mai l'uno dall'altro. Erano giovani, belli, freschi, aitanti nella persona e sulle giovani teste ben s'addicevano le ghirlande di rose. Ognun di loro arse in segreto per una fanciulla, né se ne confidarono il nome; ma la sorte malaugurata riunì gli amori dei quattro i fratelli in una donna sola.Ella nessuno di quelli voleva amare. Asperrima guerra sarebbe sorta tra loro e sangue fraterno sarebbe stato sparso, se una notte la loro bella non fosse sparita per sempre. Ma essi, pazienti e innamorati, l'aspettano da migliaia di anni: sono sono cangiati in quattro colli ameni e fioriti che dal loro nome si chiamano Poggioreale, Di Capodimonte, Di San Martino, del Vomero - e l'uno accanto all'altro, immobilmente innamorati, aspettano il ritorno di colei che amano.
cit.pag.54
Molte di queste leggende hanno un finale tragico, di morte o di abbandono, storie che spiegano la nascita della città, dei suoi colli o dei suoi palazzi seguendo un andamento cronologico. A partire dalle origini greche di cui si parla nel primo racconto, passando poi attraverso la storia di vari periodi storici come quello angioino, oppure quello aragonese e oltre.
Egli errava nei viali, solo, pallido e triste. La città lo stancava; era incurabile la malattia che gli corrompeva l'anima. L'occhio vitreo si posava sopra ogni cosa bella senza piacere, senza dolore; né festa di colori, né capolavoro d'arte, né donna bellissima valevano a trargli un sorriso dalle labbra.
Nella città una fanciulla sottile e pensosa si struggeva lentamente per lui d'amore: egli non l'amava.
cit.pag.129
Sono racconti scritti in un linguaggio che appartiene ad un periodo lontano dal nostro quotidiano, eppure mantengono un loro fascino poetico, una sorta di dolcezza che parla al cuore.
Decisamente una lettura particolare, per chi desidera conoscere meglio le opere della scrittrice oppure ritrovarsi nell'atmosfera dai toni romantici che aleggia fra le pagine.
Ringrazio moltissimo la casa editrice Artetetra che mi ha gentilmente inviato in omaggio questo bellissimo libro.