domenica 24 marzo 2019

Leggende napoletane di Matilde Serao / Artetetra Edizioni


Ancora una volta mi trovo a recensire con molto piacere, una serie di racconti scritti dalla grande Matilde Serao, dopo avervi parlato di quelli che potete leggere in questo post.

Queste Leggende napoletanepubblicate dalla casa editrice Artetetra, raccolgono infatti molti dei miti e dei racconti leggendari legati alla città di Napoli, un patrimonio folkloristico secolare.

Il libro contiene quindici brevi storie che parlano soprattutto di amore romantico, sofferto, contrastato, ostacolato, reso eterno dal grande senso drammatico dell'autrice.

Non conoscete la storiella dei quattro fratelli ? Io ve la narrerò. 
Una volta, allora, nel tempo dei tempi, v'erano quattro fratelli che s'amavano di cordialissimo amore e non si staccavano mai l'uno dall'altro. Erano giovani, belli, freschi, aitanti nella persona e sulle giovani teste ben s'addicevano le ghirlande di rose. Ognun di loro arse in segreto per una fanciulla, né se ne confidarono il nome; ma la sorte malaugurata riunì gli amori dei quattro i fratelli in una donna sola.Ella nessuno di quelli voleva amare. Asperrima guerra sarebbe sorta tra loro e sangue fraterno sarebbe stato sparso, se una notte la loro bella non fosse sparita per sempre. Ma essi, pazienti e innamorati, l'aspettano da migliaia di anni: sono sono cangiati in quattro colli ameni e fioriti che dal loro nome si chiamano Poggioreale, Di Capodimonte, Di San Martino, del Vomero - e l'uno accanto all'altro, immobilmente innamorati, aspettano il ritorno di colei che amano.
cit.pag.54

Molte di queste leggende hanno un finale tragico, di morte o di abbandono, storie che spiegano la nascita della città, dei suoi colli o dei suoi palazzi seguendo un andamento cronologico. A partire dalle origini greche di cui si parla nel primo racconto, passando poi attraverso la storia di vari periodi storici come quello angioino, oppure quello aragonese e oltre.

Egli errava nei viali, solo, pallido e triste. La città lo stancava; era incurabile la malattia che gli corrompeva l'anima. L'occhio vitreo si posava sopra ogni cosa bella senza piacere, senza dolore; né festa di colori, né capolavoro d'arte, né donna bellissima valevano a trargli un sorriso dalle labbra.
Nella città una fanciulla sottile e pensosa si struggeva lentamente per lui d'amore: egli non l'amava.
cit.pag.129

Sono racconti scritti in un linguaggio che appartiene ad un periodo lontano dal nostro quotidiano, eppure mantengono un loro fascino poetico, una sorta di dolcezza che parla al cuore.

Decisamente una lettura particolare, per chi desidera conoscere meglio le opere della scrittrice oppure ritrovarsi nell'atmosfera dai toni romantici che aleggia fra le pagine.


Ringrazio moltissimo la casa editrice Artetetra che mi ha gentilmente inviato in omaggio questo bellissimo libro.


La ragazza della fontana di Antonio Benforte / Scrittura & Scritture Editore




Un libro molto bello...
La ragazza della fontana di Antonio Benforte, pubblicato recentemente dalla casa editrice Scrittura & Scritture mi è veramente piaciuto, riesce a coniugare il romanzo di formazione con una storia piena di suspense e ricca di colpi di scena.

Posso dire che in questa pagine ho ritrovato tutta la freschezza e l'atmosfera dell'adolescenza, miscelata ad una trama potente, capace di attrarre con sè il lettore fino alla fine.

Ad inizio lettura si comprende subito che il protagonista del romanzo sta cominciando a raccontare una storia densa e profonda, ci parla infatti di quello che accadde in un momento particolare della sua vita, quando tutto cambiò per davvero. Perchè la vita fa così, non ti chiede il permesso per trasformarti in un uomo.
Il personaggio principale è lui: un ragazzino che vive in quella terra di mezzo chiamata adolescenza, dove le luci e le ombre sono molto nette e hanno un forte contrasto, eppure racchiudono la capacità di trasformarsi in uno splendido chiaroscuro.

Ero rimasto quasi impassibile a tutte le cose che mi erano successe quell'estate: alla morte, all'amore, alla paura di diventare grandi che di colpo ci aveva attanagliati tutti. Ma questo scambio di battute secche e malvagie con Luca aveva aperto una voragine nel mio stomaco, facendomi male, in un modo che non  avevo mai provato prima. Il mio migliore amico, o quello che avevo considerato tale fino a quel momento, mi aveva vomitato addosso una rabbia e un rancore inspiegabili.
Ero tramortito. Finì l'ora di lezione e anche l'intero giorno di scuola senza che io riuscissi a dire un'altra sola parola.
cit. pag.121

Sullo sfondo della trama sta un paese piccolo, chiuso e raccolto in sè stesso, direi quasi un perfetto stereotipo di molte realtà italiane. Un paese che non sa accettare il diverso, che risponde con sguardo freddo e distante alle tragedie personali.

Un paesino di persone fredde e povere nell'animo, di quelli in cui ci si conosce tutti, in cui la gente mormora e da cui i ragazzi con un briciolo di cervello scappano appena compiuta la maggiore età.
Io questo l'ho capito un pò alla volta, e solo dopo quell'estate del '94 ho deciso di tagliare definitivamente i ponti con tutti. Anche se ero ancora troppo piccolo, solo quindici anni, avevo già dentro di me l'esigenza di fuggire via.
cit.pag. 12

Il libro ci regala un finale colmo di  suspense che tiene letteralmente incollato il lettore agli avvenimenti e quando si arriva all'ultima pagina e si chiude il libro, lo si fa con un senso di soddisfazione, convinti di avere partecipato a una bella storia.

Ringrazio moltissimo la casa editrice Scrittura & Scritture per avermi inviato in omaggio questo libro.




Come comincia:

Per nulla al mondo avrebbe rottamato la sua vecchia auto comprata con mille sacrifici nell'estate del 1981, la più calda di tutto il decennio. Almeno così la ricordano ancora oggi in molti, giù in paese.
Continuava con parecchie difficoltà a metterla in moto ogni mattina - sempre se non restava chiuso in casa a fissare i libri sugli scaffali o a leggere qualche pagina di un volume a caso, lontano da tutti - e a usarla come se il tempo non avesse infierito per nulla sulla sua carrozzeria. 
Come se non si trattasse, ormai, di un catorcio senza alcuna speranza. Il suo era una specie di rituale: girava la chiave nell'interruttore e partiva, nonostante il cambio sempre più duro, il finestrino bloccato a metà dal lato passeggero - con la pioggia che entrava d'inverno, la polvere e  il vento torrido che soffocavano l'aria d'estate - e l'odore di terra bagnata emanata dalla tappezzeria mezza ammuffita dei coprisedili...
Incipit


Come finisce :

Se esiste qualche sorta di giustizia divina, sarò uno stupido, ma io sono qui che l'aspetto ancora.
Excipit



martedì 12 marzo 2019

Il lupo sentimentale di Geoffreoy de Pennart / Babalibri Editore



Il lupo sentimentale è l'albo illustrato di cui vi parlo oggi, ha un titolo molto affascinante e sono sicura che resterà nel cuore di molti lettori, grandi e piccoli.

Scritto e illustrato da Geoffreoy de Pennart e pubblicato recentemente dalla casa editrice Babalibri Editore, fa parte dei libri che raccontano le cosiddette controfiabe, quei libri cioè che riescono a presentare le favole classiche da un punto di vista assolutamente insolito.

Un pregio molto importante per un libro, soprattutto se si desidera insegnare la capacità di vedere gli eventi oltre le apparenze scontate e stereotipate, allargando in questo modo i nostri confini percettivi.

L'albo di de Pennart contiene prima di tutto dei disegni deliziosi, delicati e coinvolgenti, che permettono di tuffarsi pienamente nella storia e di goderne tutte le sfaccettature, fin dal primo momento in cui lo si guarda.
Infatti già in copertina si incontra colui che sarà il protagonista assoluto del libro e lo si identifica immediatamente. Si tratta di un giovane lupo che tiene tiene fra le mani un foglio di carta davvero particolare: la lista dei suoi possibili spuntini, proprio come si conviene debba conoscere ogni lupo che si rispetti.

Giocando sull'immagine arcaica del lupo visto come creatura minacciosa e cattiva per eccellenza, l'autore qui ribalta completamente il nostro punto di vista e riesce a ritornarci l'aspetto di un personaggio dal comportamento generoso e perfettamente capace di distinguere i reali pericoli, come ben si comprende alla fine della lettura.

Luca infatti è un giovane lupo di famiglia, un bel giorno comprende che è tempo di lasciare la casa dove vive con i genitori e il resto della famiglia, per andarsene libero nel mondo.
Come da copione, il nostro lupo sentimentale incontrerà lungo lo sfogliare delle pagine, tutti i personaggi delle favole che notoriamente lo vedono trasformarsi in un animale cattivo e pericoloso, ma questa volta andrà diversamente e la favola viene riscritta in modo diverso.

Un libro che insegna a guardare lontano oltre gli schemi precostituiti, superando gli schemi mentali convenzionali, rendendosi conto che le cose fortunatamente cambiano.

Ringrazio moltissimo la casa editrice Babalibri per avermi inviato in omaggio questo bellissimo libro.




domenica 10 marzo 2019

Dal profondo del cuore di Ciro Campanella / Di Renzo Editore


Dal profondo del cuore è un libro che racconta molto dettagliatamente la biografia professionale e umana del dottor Ciro Campanella, cardiochirurgo di fama internazionale che per molti decenni ha svolto la sua attività all'estero, rientrando in Italia solo recentemente.

Il libro è pubblicato dalla casa editrice Di Renzo Editore di Roma che si occupa soprattutto di divulgazione scientifica, ed è scritto sotto forma di diario con ricordi, riflessioni e considerazioni che rendono ragione dell'aspetto estremamente avvincente del volume.

Le origini, di quella che poi è diventata la mia professione, sono state in un certo senso casuali. Ricordo che il mio professore di italiano al liceo, una persona di grande cultura e sensibilità, alla fine dei cinque anni canonici, fece una specie di analisi di tutti i suoi studenti, con lo scopo di indicarci quale fosse la strada più adeguata da intraprendere. Era un'analisi basata sulla conoscenza che aveva delle nostre personalità, dopo tutti quegli anni trascorsi insieme. La conclusione, quando arrivò il mio turno, fu che la cosa migliore fosse fare medicina. Forse perché i miei risultati in matematica non potevano definirsi "brillanti". L'interesse per la biologia, invece, c'era sempre stato, ma non più di questo.
Incipit

La carriera professionale dell'autore infatti, è davvero lunghissima e costellata di successi enormi, possiamo ben dire che il dottor Campanella ha scritto la storia della cardiochirurgia mondiale.
Allievo del mitico Prof. Barnard, che per primo sperimentò il trapianto cardiaco su di un paziente umano, con una assoluta dedizione alla professione medica, l'autore ci racconta i trasferimenti avvenuti nella sua lunga carriera, in ogni parte del globo.

Perché Barnard fu così importante nel mio apprendimento? Non perché mi abbia preso per mano e mi abbia insegnato le basi di quasi tutta la pratica chirurgica, ma perché mi ha insegnato a pensare "out of the box" (fuori dalla scatola) , ad ad affrontare problemi chirurgici particolarmente complessi da una prospettiva inusuale. Questa qualità è stata uno dei miei strumenti migliori: mi ha consentito, in seguito, di mettere a punto nuovi interventi chirurgici.
cit.pag.53

Dopo vari decenni spesi all'estero, l'autore è ritornato in Italia alla soglia della maturità per una sorta di nostalgia come spesso capita a chi lascia in gioventù il proprio paese.
Il suo ritorno professionale è stato però molto diverso da come lo immaginava e questo libro infatti denuncia in parte le incomprensioni che sono sorte con la sue equipe italiana in un ospedale della capitale.
Senza mai perdere l'entusiasmo nel suo lavoro, neppure la grande fiducia nel domani o la capacità di ricominciare con grande vitalità.

Una sola cosa mi ha dato conforto in tutta questa vicenda: la vicinanza dei miei pazienti, che dai loro letti vedevano e osservavano, coglievano le differenze ed erano testimoni di quanto difficile fosse la mia impresa.
Excipit

Scritto con una grande scorrevolezza narrativa, il libro apre parecchie polemiche sulla gestione della sanità in Italia, sulla meritocrazia, sulla politiche ospedaliere e più in generale sull'ambiente medico.
Stimolando molti interrogativi, molte perplessità e un briciolo di apprensione.

Il titolo del libro è ricavato da un brano dell'Eneide, VI, 54-61, che viene riportato integralmente ad inizio libro, mentre fra le ultime pagine, per agevolare la comprensione delle descrizioni mediche presenti nel testo, è stato inserito un glossario dei termini medici e un capitolo riassuntivo dell'anatomia e della fisiologia cardiaca.

Un libro molto molto interessante.

Ringrazio la casa editrice Di Renzo Edizioni per avermi inviato in omaggio questo bellissimo libro.




venerdì 1 marzo 2019

Flora che fece finire la guerra di Fiorella Caraceni / Il Canneto Editore



Flora che fece finire la guerra è un bellissimo romanzo autobiografico scritto da Fiorella Caraceni e pubblicato dalla casa editrice Il Canneto Editore.
Il libro racconta la storia della famiglia dell'autrice, soprattutto nella figura di sua madre Flora, da quando giovane ragazza nel 1928 va sposa a Genova, fino alla sua scomparsa.

Si tratta di un libro che oltre degli avvenimenti personali, narra aspetti e abitudini della stessa città e parla naturalmente anche della seconda guerra mondiale, raccontando le difficoltà di quegli anni. Sarà proprio la guerra infatti a rendere Flora vedova, lasciandola con due bambine ad affrontare tutti i rischi e gli imprevisti di quel periodo.

Quanto ne sapeva di questa città la sposa novella che nel febbraio 1928 si trasferiva a Genova dal suo paese in terra d'Abruzzo? Maritata a uno che andava per mare, aveva sposato anche la città dei suoi sbarchi e la previsione di trascorrervi gli anni futuri si accordava in taciuta armonia con quanto si era permessa di sognare. Al primo impatto poteva presentarsi ardua da conquistare, così tutta in salita, una eccentricità che forse non rientrava nelle sue attese. Lo sposo, chiamiamolo Nicolino, l'aveva avvertita a modo suo, da navigante: "Se ti affacci dal ponte della nave mentre entra in porto vedi una città che non avresti mai immaginato, arrampicata in costa ai monti come se dal suo mare volesse prendere le distanze e mirarselo dall'alto."
Incipit

La maggior parte del libro parla proprio di questi anni bui, di tutte le rinunce e i cambiamenti della vita quotidiana e della vita personale dovuti sia al lutto che colpisce la famiglia e sia alla situazione bellica in corso.
Ed è una sorta di rievocazione storica, soprattutto per quanto riguarda le riflessioni dell'autrice, i suoi ricordi, le descrizioni dei disagi e delle mancanze materiali, come fosse un monito per chi queste cose non le ha conisciute.

Si parla dell'esperienza dello sfollamento, lontano dalla città di residenza per tornare al paese in centro italia e vivere in campagna con maggior serenità, con una vita più semplice.
Ma sarà molto dura anche la vita del dopoguerra, nel riuscire a ricostruire le relazioni con persone e cose che sembrano essere notevolmente cambiate.

La guerra era stata vita sospesa? La guerra seleziona vite da troncare in tempi telegrafici, quelle rimaste sospese si adegueranno con risicate risorse ai ritmi accelerati di una pace da reinventare. Anche le Parche per misurare il filo della vita dovevano avere una rete olimpica di informatori preveggenti di guerre, catastrofi naturali, epidemie, solitudini. Oppure era solo capriccio o un banale calcolo di insiemi: qua un gruppo di fili lunghi, troppi, quello dei fili medi deve essere più sostanzioso, ora una manciata di quelli brevi, li sottraiamo ai lunghi e viene fuori una media accettabile secondo i tempi e le etnie.
cit.pag. 125-126

Il titolo Flora che fece finire la guerra è preso da un capitolo del libro e in particolare da un episodio che ricorda il momento in cui la madre comprando una copia del quotidiano genovese aveva a suo modo decretato che in quel giorno per loro, la guerra era finita. Una bellissima immagine così come ce ne sono molte altre che riguardano questa donna forte e decisa, sempre attenta alla cultura personale e delle figlie.

Una bella storia.

Ringrazio la casa editrice Il Canneto Editore per avermi inviato in omaggio questo bellissimo libro.