Flora che fece finire la guerra è un bellissimo romanzo autobiografico scritto da Fiorella Caraceni e pubblicato dalla casa editrice Il Canneto Editore.
Il libro racconta la storia della famiglia dell'autrice, soprattutto nella figura di sua madre Flora, da quando giovane ragazza nel 1928 va sposa a Genova, fino alla sua scomparsa.
Si tratta di un libro che oltre degli avvenimenti personali, narra aspetti e abitudini della stessa città e parla naturalmente anche della seconda guerra mondiale, raccontando le difficoltà di quegli anni. Sarà proprio la guerra infatti a rendere Flora vedova, lasciandola con due bambine ad affrontare tutti i rischi e gli imprevisti di quel periodo.
Quanto ne sapeva di questa città la sposa novella che nel febbraio 1928 si trasferiva a Genova dal suo paese in terra d'Abruzzo? Maritata a uno che andava per mare, aveva sposato anche la città dei suoi sbarchi e la previsione di trascorrervi gli anni futuri si accordava in taciuta armonia con quanto si era permessa di sognare. Al primo impatto poteva presentarsi ardua da conquistare, così tutta in salita, una eccentricità che forse non rientrava nelle sue attese. Lo sposo, chiamiamolo Nicolino, l'aveva avvertita a modo suo, da navigante: "Se ti affacci dal ponte della nave mentre entra in porto vedi una città che non avresti mai immaginato, arrampicata in costa ai monti come se dal suo mare volesse prendere le distanze e mirarselo dall'alto."
Incipit
La maggior parte del libro parla proprio di questi anni bui, di tutte le rinunce e i cambiamenti della vita quotidiana e della vita personale dovuti sia al lutto che colpisce la famiglia e sia alla situazione bellica in corso.
Ed è una sorta di rievocazione storica, soprattutto per quanto riguarda le riflessioni dell'autrice, i suoi ricordi, le descrizioni dei disagi e delle mancanze materiali, come fosse un monito per chi queste cose non le ha conisciute.
Si parla dell'esperienza dello sfollamento, lontano dalla città di residenza per tornare al paese in centro italia e vivere in campagna con maggior serenità, con una vita più semplice.
Ma sarà molto dura anche la vita del dopoguerra, nel riuscire a ricostruire le relazioni con persone e cose che sembrano essere notevolmente cambiate.
La guerra era stata vita sospesa? La guerra seleziona vite da troncare in tempi telegrafici, quelle rimaste sospese si adegueranno con risicate risorse ai ritmi accelerati di una pace da reinventare. Anche le Parche per misurare il filo della vita dovevano avere una rete olimpica di informatori preveggenti di guerre, catastrofi naturali, epidemie, solitudini. Oppure era solo capriccio o un banale calcolo di insiemi: qua un gruppo di fili lunghi, troppi, quello dei fili medi deve essere più sostanzioso, ora una manciata di quelli brevi, li sottraiamo ai lunghi e viene fuori una media accettabile secondo i tempi e le etnie.
cit.pag. 125-126
Il titolo Flora che fece finire la guerra è preso da un capitolo del libro e in particolare da un episodio che ricorda il momento in cui la madre comprando una copia del quotidiano genovese aveva a suo modo decretato che in quel giorno per loro, la guerra era finita. Una bellissima immagine così come ce ne sono molte altre che riguardano questa donna forte e decisa, sempre attenta alla cultura personale e delle figlie.
Una bella storia.
Ringrazio la casa editrice Il Canneto Editore per avermi inviato in omaggio questo bellissimo libro.
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