Oggi vi parlerò di un libro assolutamente speciale come lo sono tutte le storia vere :
Hotel Rwanda scritto da Paul Rusesabagina insieme al giornalista freelance Tom Zoellner e pubblicato in Italia da Il Canneto Editore.
Si tratta di un libro molto molto bello e molto molto coinvolgente, perchè riporta in prima persona e in modo davvero realistico, quello che è stato il terribile genocidio avvenuto in Rwanda all'inizio del 1994.
Racconta di come l'autore sia riuscito a salvare la vita di oltre 1200 persone, usando la sua incredibile abilità diplomatica, qualità che è propria di ogni grande direttore d'albergo, in un momento della storia umana di assoluta follia omicida.
Racconta anche la autobiografia dell'autore stesso, mescolando ricordi, memorie, fatti ed eventi in modo da rendere il lettore partecipe del proprio sentire.
Sono nato sul fianco di una ripida collina nell'estate del 1954. Mio padre era un agricoltore e mia madre lo aiutava nel lavoro. La nostra casa era fatta di fango e bastoni. Eravamo circa a un miglio di distanza dal villaggio più vicino. Nei miei primi ricordi c'è un mondo verde e luminoso, con focolari per cucinare e sorelle borbottanti che essiccavano al vento foglie di sorgo, e le calde braccia di mia madre.
cit.pag.17
Devo dire che la narrazione delle pagine è talmente impressionante per carica emotiva che quando si inizia questo libro non si vorrebbe più smettere di leggerlo, la storia è infatti altamente avvincente, specie sapendo che i fatti presentati sono tutti assolutamente veri, vissuti dall'autore e dalla sua famiglia.
Sentii rumori di trambusto che provenivano dall'ingresso della sua casa e sbirciai da sopra il muro. C'era una banda dell'Interhamwe: erano tutti sovreccitati e impugnavano armi da fuoco e machete. Non c'era tempo per stare a riflettere. Scavalcai il muro e mi precipitai a chiedere aiuto a un vicino che sapevo essere un soldato dell'esercito ruandese , non però un estremista.
"Per favore " gli dissi quando mi aprì la porta "stanno per uccidere la vecchia vedova. Vieni a salvarla." Ma quando arrivammo, era già troppo tardi. Leocadia era morta, senza però evidenti ferite: era morta per un attacco di cuore. Non voglio sapere quale fu l'ultima cosa che vide.
cit.pag.90
Un 'opera che permette di gettare uno sguardo trasversale all'intera vicenda, con aspetti che riguardano l'antropologia, la storia, la psicologia, la politica e persino la filosofia dell'uomo.
Direi che è un libro molto sincero, l'autore descrive la realtà del mondo per quella che è veramente, rivelando la grande grandissima complessità della natura umana, ma soprattutto il suo lato più oscuro, quello che può essere presente in ognuno di noi, che può essere facilmente manipolato e che in questo libro si mostra in tutta la sua follia.
Dopo tutto sono un ruandese, e come tale so che tutte le cose passano tranne la storia. La storia non muore mai. E' ciò che ci definisce come civiltà e giorno dopo giorno, nel bene e nel male, noi non facciamo altro che vivere le nostre storie collettive. La gente continuua dirmi che quello che ho fatto al Mille Collines è stato eroico, ma io allora non la vedevo così, e non la vedo così nemmeno oggi. Offrivo solo un rifugio. Ero un direttore d'albergo che faceva il suo lavoro. Questa è la cosa migliore che si possa dire di me. Non ho mai voluto altro. E' il meglio che ho da offrire.
cit.pag.182
E dunque, questa opera rappresenta non solo una testimonianza degli eventi accaduti, ma anche e soprattutto un monito per il futuro.
Consigliatissimo, veramente un grande libro.
Ringrazio la casa editrice Il Canneto Editore per avermi inviato in omaggio questa meraviglia.
Hotel Rwanda scritto da Paul Rusesabagina insieme al giornalista freelance Tom Zoellner e pubblicato in Italia da Il Canneto Editore.
Si tratta di un libro molto molto bello e molto molto coinvolgente, perchè riporta in prima persona e in modo davvero realistico, quello che è stato il terribile genocidio avvenuto in Rwanda all'inizio del 1994.
Racconta di come l'autore sia riuscito a salvare la vita di oltre 1200 persone, usando la sua incredibile abilità diplomatica, qualità che è propria di ogni grande direttore d'albergo, in un momento della storia umana di assoluta follia omicida.
Racconta anche la autobiografia dell'autore stesso, mescolando ricordi, memorie, fatti ed eventi in modo da rendere il lettore partecipe del proprio sentire.
Sono nato sul fianco di una ripida collina nell'estate del 1954. Mio padre era un agricoltore e mia madre lo aiutava nel lavoro. La nostra casa era fatta di fango e bastoni. Eravamo circa a un miglio di distanza dal villaggio più vicino. Nei miei primi ricordi c'è un mondo verde e luminoso, con focolari per cucinare e sorelle borbottanti che essiccavano al vento foglie di sorgo, e le calde braccia di mia madre.
cit.pag.17
Devo dire che la narrazione delle pagine è talmente impressionante per carica emotiva che quando si inizia questo libro non si vorrebbe più smettere di leggerlo, la storia è infatti altamente avvincente, specie sapendo che i fatti presentati sono tutti assolutamente veri, vissuti dall'autore e dalla sua famiglia.
Sentii rumori di trambusto che provenivano dall'ingresso della sua casa e sbirciai da sopra il muro. C'era una banda dell'Interhamwe: erano tutti sovreccitati e impugnavano armi da fuoco e machete. Non c'era tempo per stare a riflettere. Scavalcai il muro e mi precipitai a chiedere aiuto a un vicino che sapevo essere un soldato dell'esercito ruandese , non però un estremista.
"Per favore " gli dissi quando mi aprì la porta "stanno per uccidere la vecchia vedova. Vieni a salvarla." Ma quando arrivammo, era già troppo tardi. Leocadia era morta, senza però evidenti ferite: era morta per un attacco di cuore. Non voglio sapere quale fu l'ultima cosa che vide.
cit.pag.90
Un 'opera che permette di gettare uno sguardo trasversale all'intera vicenda, con aspetti che riguardano l'antropologia, la storia, la psicologia, la politica e persino la filosofia dell'uomo.
Direi che è un libro molto sincero, l'autore descrive la realtà del mondo per quella che è veramente, rivelando la grande grandissima complessità della natura umana, ma soprattutto il suo lato più oscuro, quello che può essere presente in ognuno di noi, che può essere facilmente manipolato e che in questo libro si mostra in tutta la sua follia.
Dopo tutto sono un ruandese, e come tale so che tutte le cose passano tranne la storia. La storia non muore mai. E' ciò che ci definisce come civiltà e giorno dopo giorno, nel bene e nel male, noi non facciamo altro che vivere le nostre storie collettive. La gente continuua dirmi che quello che ho fatto al Mille Collines è stato eroico, ma io allora non la vedevo così, e non la vedo così nemmeno oggi. Offrivo solo un rifugio. Ero un direttore d'albergo che faceva il suo lavoro. Questa è la cosa migliore che si possa dire di me. Non ho mai voluto altro. E' il meglio che ho da offrire.
cit.pag.182
E dunque, questa opera rappresenta non solo una testimonianza degli eventi accaduti, ma anche e soprattutto un monito per il futuro.
Consigliatissimo, veramente un grande libro.
Ringrazio la casa editrice Il Canneto Editore per avermi inviato in omaggio questa meraviglia.
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