"Una storia che cambia chi l'ascolta."
E' questa la frase che mi colpito maggiormente leggendo il bellissimo libro di Concita de Gregorio, libro che racconta una storia vera piena di sofferenza, direi quasi di luminosa sofferenza. Poi vi spiegherò perchè uso proprio questo aggettivo, luminosa, che male si accompagna alla parola sofferenza.
Il libro tratta un doloroso fatto di cronaca avvenuto qualche anno fa, la scomparsa di due gemelline svizzere di sei anni mai più ritrovate dopo il suicidio del padre, e lo fa con una grande, grandissima delicatezza.
La forma narrativa scelta dall'autrice non è quella della storia romanzata bensì di una raccolta di testi ovvero lettere, riflessioni e conversazioni che spiegano, o almeno cercano di farlo, il contesto in cui sono avvenuti i fatti e i dolori che hanno suscitato.
Si può dire che dal libro traspare una forte comunione tra la giornalista che scrive e la protagonista, madre delle bambine, che racconta la sua vicenda. Un feeling che nasce soprattutto dal fatto di essere due donne e due madri.
Come dicevo, è un libro bellissimo perchè aldilà della vicenda umana che viene svolta, la protagonista stessa si mette a nudo e parla anche del suo presente, della capacità di trovare un futuro luminoso, nonostante tutto. E questo in effetti può sembrare quasi impossibile da realizzare dopo aver vissuto fatti tanto tragici.
Nel libro inoltre vengono dette e scritte molte cose vere sulla vita, sull'amore, sulle relazioni tra persone, per capire e per spiegare se possibile, per condividere sicuramente.
Il titolo del libro, di cui mi chiedevo sempre l'origine e la motivazione, di quale fosse la connessione con la storia, può essere compreso solo dopo averlo letto, nell'ultima pagina, nelle ultime parole.
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